Il castello di Barge: tra passato e presente

Ciò che rimane oggi del castello di Barge è frutto delle varie trasformazioni succedutesi nei secoli. Posto in una situazione strategica invidiabile, soprattutto dal punto di vista difensivo, la fortezza sfruttava uno sperone roccioso posto alla confluenza di due fiumi: il Chiappera e l’Infernotto.

Il castello inferiore fu eretto quando il feudo di Barge apparteneva agli omonimi signori, vassalli dei marchesi di Saluzzo. Col tempo venne inserito in un sempre più complesso sistema difensivo che comprendeva, oltre alla doppia cinta muraria che proteggeva l’abitato, un castello superiore posto a poca distanza ed una fortezza in posizione pianeggiante, collocata nei pressi dell’attuale peso pubblico. Lo sviluppo del sistema difensivo coincise con due momenti importanti per la storia bargese: la definitiva conquista da parte dei Savoia nel 1363 e, nel Cinquecento, le guerre tra francesi e spagnoli per il dominio dell’Italia. Tra il 2 e il 3 luglio 1363 Amedeo VIII di Savoia, detto il Conte Verde, piegò la resistenza delle milizie saluzzesi comandate da  Azzone di Saluzzo, fratello del marchese Federico II e conquistò il castello grazie al tradimento del suo castellano.

Da quel momento Barge divenne feudo dei Savoia e fu legato ai loro destini. Nel XVI secolo il sistema difensivo bargese raggiunse il massimo sviluppo, come testimonia uno schizzo conservato ancora oggi alla Biblioteca nazionale di Parigi.

Nel 1431 i Frati Minori Conventuali di San Francesco  chiesero al Comune ed ottennero di potersi insediare sui resti del vecchio castello, ormai abbandonato. L’ordine ottenne Il permesso di stabilirsi a Barge per erigervi una chiesa ed un convento con un breve di papa Eugenio IV (al secolo Gabriele Condulmer) del 1° novembre 1431. Il Comune intervenne nelle spese ed elargì un contributo il 25 marzo 1435 affinché si potesse “… reddificari et cellas fieri pro comoditate et usagi fratrum minorum ibidem residere debencium” (tr. “ricostruire e realizzare le celle per la comodità ed uso dei frati minori che ivi debbono risiedere).

I frati francescani rimasero nel loro convento di Barge fino al 1801, quando le leggi napoleoniche ridussero la presenza degli ordini religiosi nel territorio dell’impero incamerando il denaro derivante dalla vendita dei loro beni. Caduto in mani private l’antico convento andò in rovina e verso la fine del secolo fu acquistato dal senatore Bertini che lo fece restaurare secondo il gusto dell’epoca. La chiesa fu demolita e il grande crocifisso fu donato alla Confraternita dei battuti di Santa Croce, dov’è tuttora conservato.

Il campanile, già innalzato sui resti di una torre medievale del castello preesistente, fu riadattato a torre merlata, tamponando gli archi dove avevano sede le campane, eliminando il tetto in lose e costruendo dei finti merli. Una parte degli edifici fu demolita, preservando soltanto due ali del chiostro e le stanze sovrastanti. Agli inizi del Novecento il complesso fu acquistato dal pittore e scultore bargese Romolo Bernardi, che lo arricchì di alcune sculture e lapidi. Negli Anni Sessanta del secolo scorso i resti del convento furono trasformati in una dimora privata. Dell’antico convento, oltre alla struttura, rimangono alcuni lacerti d’affresco, raffiguranti San Francesco, nascosti entro le mura della torre.

Tiziano Vindemmio

(fonte: aicabarge.com)