La valle Infernotto (o Ghiandone) si estende dal Monte Meidia al Monte Bracco, e comprende i comuni di Barge e Bagnolo Piemonte.
Il centro del comune di Barge, è posto alla confluenza dei torrenti Chiappera e Infernotto da cui si origina il Ghiandone, affluente del Po nelle vicinanze di Staffarda. Il territorio e ricco di storia e i primi insediamenti risalgono ad epoche antichissime, delle quali sono rimaste tracce rinvenute su incisioni rupestri. Le abitazioni più antiche risalgono ad un periodo storico prospero e tranquillo che risale a metà del 1400. In seguito, Barge fu saccheggiata dalle truppe del generale Catinat e in seguito fu soggiogata da Napoleone. Come centro industriale, Barge si impose, unico in Piemonte, per la sua produzione di armi da fuoco, iniziata dai Thorosano nel secolo XIV e cessata solo nel XVIII, e per lo sfruttamento della miniera di quarzite del Mombracco, menzionata anche da un appunto di Leonardo da Vinci.
Nel XVII secolo, venne infeudato al ramo Savoia Carignano. Per questo motivo, durante il Risorgimento, il re di Sardegna, Carlo Alberto, primo di quel ramo a salire sul trono sabaudo, usò un passaporto riportante il solo titolo di "conte di Barge", per poter sfuggire a un posto di blocco austriaco, dopo la rovinosa battaglia di Novara.
Il territorio, dopo lo scioglimento del Principato d'Acaia, fu fatto rientrare nella Provincia di Pinerolo, poi, in quella di Pinerolo-Saluzzo ed infine, in quella di Saluzzo. Per tal motivo, in epoca napoleonica, fece parte del Dipartimento della Stura, avente per capitale Cuneo e successivamente, della neocostituita Provincia di Cuneo.
Nel settembre del 1943, vi fu fondata la prima formazione partigiana del Nord Italia, aderente ai "Garibaldini" (formazioni comuniste), su ispirazione del filosofo della scienza Ludovico Geymonat e del comandante Barbato (Pompeo Colajanni).
Il 22 luglio 1982, il Comune di Barge è stato insignito della Croce di Guerra al Valor Militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività partigiana con la seguente motivazione:
«Fedele alle più belle tradizioni risorgimentali, il Comune di Barge fu centro propulsore della Resistenza, pur consapevole dei rischi a cui si esponeva per le spietate rappresaglie naziste. In 18 mesi di lotta partigiana, Barge ha dimostrato in un drammatico periodo della sua storia un grande attaccamento alla causa della libertà. Barge, settembre 1943 - aprile 1945.» (Ministero della Difesa, Roma 29 luglio 1983 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 70 del 12 marzo 1983).
Bagnolo Piemonte è una cittadina in posizione strategica sia per la provincia di Cuneo che per la vicina Torino. Teatro di battaglie in diverse epoche storiche, porta i segni stilistici dei vari avvenimenti e attraverso la presenza di luoghi come il Castello di Malingri, ci permette di vedere le varie evoluzioni storiche subite nel territorio attraverso i secoli.
Le prime notizie storiche su Bagnolo compaiono a partire dal secolo XI. La data di costruzione del Castello é probabilmente ancora anteriore al mille.
Nel 1219 il borgo fu distrutto, per vendetta dai vercellesi che erano stati depredati dai popolani di Bagnolo, mentre si recavano in pellegrinaggio al Santurio di Becetto in valle Varaita. Il borgo di Bagnolo, allora popoloso, sorgeva da antica data, alle falde del Castello che lo proteggeva e si estendeva nei prati sottostanti detti "Pradoni" e "Prati Cesarèi" ed era fortemente difeso dal torrente e da palizzate, là dove tuttora sorge la casa di abitazione dei Malingri e dove forse sorgeva l'antica Chiesa parrocchiale. Invece nella località dove si trova l'attuale concentrico di Bagnolo esisteva un potente convento con giurisdizione ecclesiastica e sovranità feudale dei Canonici di Oulx. Il 17 luglio 1496 essi vendettero, con il consenso ducale, i loro diritti feudali ad Antonio Malingri, Signore di Saint Genix e di Bagnolo, che investì suo fratello Giovanni del benefizio ecclesiastico, nominandolo Priore della Chiesa parrocchiale di S.Pietro, patronato confermato poi da Papa Giulio II nel 1512 e continuato fino ai giorni nostri. Il 31 marzo 1293 si stabilì di trasferire il borgo dalle falde del Castello verso il piano, presso il convento di S.Pietro, ma tale trasferimento non si eseguì per la riluttanza degli uomini di Bagnolo.
Questo luogo era infatti reputato mal sicuro in quei torbidi tempi di continue guerre devastatrici, perchè non protetto dal Castello. Il 29 ottobre 1338 Giacomo d'Acaja intimò dinuovo la discesa a S.Pietro, ma neppure allora i Bagnolesi obbedirono, cosicchè nel 1400 Amedeo d'Acaja, proibì i negozi alimentari, le filandre, le fucine ed ogni altra attività lavorativa, nell'antica borgata ai piedi del Castello. La discesa al piano ebbe inizio solo nel XVI secolo, sotto l'energica ingiunzione del Duca Emanuele Filiberto e del suo feudatario Malingri che acquistò i territori dell'antico borgo. Nei secoli seguenti Bagnolo seguì le fortune della Casa Savoia. Nella guerra per la signoria del marchesato di Saluzzo, nel secolo XVI, Francesco I di Francia devastò Bagnolo che, a pace fatta segnò il confine con il dominio francese di Saluzzo e con le terre dei Savoia, cui Bagnolo rimase sempre fedele. Più tardi, nelle guerre fra Enrico IV e Carlo Emanuele I, il maresciallo Francesco de Bonne, duca di Lesdiguières capo dei calvinisti del Delfinato saccheggiò Bagnolo, uccidendone in gran parte gli abitanti. Sempre nel XVI secolo la peste spopolò Bagnolo.
All'inizio del XVII secolo il maresciallo Catinat, dopo aver distrutto Cavour, saccheggiò Bagnolo, ma non riuscì ad impadronirsi del castello. Nel 1797 i francesi occuparono Bagnolo, ma furono scacciati nel 1799 dal Generale Kutuzov che li annientò a Bibiana.
Gli avvenimenti più importanti del 1800 sono legati alla ristrutturazione dell'antica Chiesa, al suo successivo abbattimento e alla costruzione dell'attuale.
A Pra 'd Mill potrete ammirare il Monastero, con le sue opere artistiche straordinarie e tutte le attività correlate alla vita monastica: sarà qui che troverete un angolo di pace e serenità per il corpo e per lo spirito.
Ma Bagnolo è anche turismo sportivo, attivo in ogni stagione. Le sue frazioni, Montoso e Rucas, riconosciute come vere e proprie terrazze delle Alpi, sono luoghi pieni di attrattive per chi desidera spendere il proprio tempo libero ad alta quota. I rinomati impianti sciistici di Rucas, e la zona circostante sono ricchi di fascino sia d'estate che d'inverno, adatti agli amanti degli sport invernali, ma anche agli escursionisti.
Visitando questa zona, non potrete rinunciare allo splendido paesaggio che si gode dalla rocca di Cavour, una vista sulle Alpi a 360° che vi ruberà il cuore.